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IL MICROBIOTA INTESTINALE

30 ottobre 2024

L’avanzamento tecnologico avvenuto nel corso degli ultimi decenni ha permesso ai ricercatori di pubblicare numerose scoperte aventi come protagonista il microcosmo di vita che risiede nel nostro intestino.

Probabilmente, il termine microbiota intestinale non vi sarà nuovo: considerando la crescente popolarità che da qualche anno lo travolge, non sorprende infatti imbattersi sempre più spesso in articoli online, spot pubblicitari e prodotti del supermercato che descrivono l’importanza del mantenere una “flora intestinale” in salute.

Ogni giorno di più, questa complessa comunità invisibile entra a far parte della vita di tutti noi, ma ciò che dovremmo chiederci è: cos’è e perché dedicargli così tanta attenzione?

Cos’è il microbiota intestinale?

Microbiota è un termine generico utilizzato per descrivere l’insieme di tutti i microrganismi che popolano e interagiscono con un dato ambiente.

Si da il caso che il nostro corpo rappresenta un terreno fertile per la proliferazione di questi inquilini microscopici: dalla cute ai visceri, miliardi di microrganismi colonizzano superfici e cavità costituendo il nostro microbiota.

Tra le varie nicchie corporee, il tratto intestinale è sicuramente la più ricca in termini di abbondanza e biodiversità: solo nell’intestino risiede infatti un numero di batteri paragonabile a quello di tutte le cellule del nostro organismo!

Oltre ai batteri però, il microbiota intestinale si compone anche di funghi, virus e parassiti. Negli ultimi anni i ricercatori hanno messo in luce l’importanza di questo microcosmo per il nostro benessere generale.

Secondo gli studi, il microbiota intestinale ha un grande impatto sul funzionamento del nostro organismo, influenzando aspetti come la nutrizione e il metabolismo, l’equilibrio del sistema immunitario, la suscettibilità ad alcune infezioni e persino la sintesi di sostanze che agiscono sul nostro umore.

Si tratta, insomma, di un vero e proprio partner microbico la cui importanza per la nostra salute risulta ancora più evidente dal legame che esiste tra una sua alterazione, definita disbiosi, e la presenza di numerose patologie.

Dedicare la giusta attenzione al nostro microbiota intestinale potrebbe quindi, nella migliore delle ipotesi, aiutarci a promuovere e a mantenere un buono stato di salute e di benessere generale. Vediamo ora, nello specifico, quali funzioni svolge.

Ruolo del microbiota intestinale

Il nostro corpo è una macchina incredibilmente complicata in cui ogni componente lavora in modo sinergico per mantenere l’equilibrio. In tutta questa complessità, il microbiota intestinale emerge come un vero e proprio “organo” aggiuntivo, capace di influenzare attivamente una vasta gamma di processi che partecipano al normale funzionamento del nostro organismo. Tra questi troviamo:

  • Regolazione della nutrizione e del metabolismo: il microbiota intestinale possiede una capacità metabolica di gran lunga superiore a quella umana. Questa potenza di fuoco completa il nostro repertorio enzimatico impattando sulla digestione dei nutrienti, sull’estrazione dell’energia e sulla sintesi di composti bioattivi come vitamine, aminoacidi e lipidi. Inoltre, alcuni batteri intestinali producono composti che influenzano il metabolismo degli zuccheri e dei grassi nel nostro organismo, comportando implicazioni significative per la gestione del peso e la salute metabolica.
  • Supporto del sistema immunitario: il microbiota intestinale gioca un ruolo primario nello sviluppare, educare e modulare l’omeostasi immunitaria. In generale, una corretta struttura e funzionalità dell’ecosistema microbico, definita come eubiosi, promuove l’integrità della barriera intestinale e l’equilibrio tra la risposta immunitaria e la tolleranza agli antigeni. In questo modo, un microbiota intestinale sano contribuisce a proteggere l’organismo da agenti patogeni e a prevenire lo sviluppo di malattie autoimmuni.
  • Resistenza alla colonizzazione dei patogeni: la presenza di una comunità microbica equilibrata e diversificata può contrastare l’insediamento e la proliferazione di patogeni nell’intestino. I batteri commensali competono per lo spazio e le risorse con gli invasori, riducendo così il rischio di infezioni gastrointestinali e altri disturbi a loro associati.
  • Modulazione neuroendocrina: numerosi studi sottolineano l’esistenza di interazioni bidirezionali tra le componenti dell’intestino e il sistema nervoso, note come asse intestino-cervello. Il microbiota intestinale può influenzare la produzione di neurotrasmettitori e ormoni che regolano l’umore, il comportamento e la risposta allo stress. A loro volta, numerosi fattori centrali si sono dimostrati capaci di impattare in modo significativo struttura e funzionalità dell’ecosistema microbico intestinale.

In sostanza, le funzioni svolte dal microbiota intestinale sono molteplici e l’effetto che esso induce sulla nostra salute dipende dallo stato in cui riversa. Vediamo ora quali sono i fattori che influenzano la sua struttura e, di riflesso, la sua funzionalità.

Fattori che influenzano il microbiota intestinale

Per quanto possa sembrare simile, la struttura del microbiota intestinale non solo varia notevolmente da persona a persona, ma varia anche nel singolo: confrontando nel tempo i dati dello stesso soggetto noteremo continui riarrangiamenti di struttura nel corso della sua vita!

Questa grande diversità rappresenta uno dei principali scogli per i ricercatori: definire in modo univoco se una composizione è “buona” o “cattiva” è infatti virtualmente impossibile. Si tratta dunque di un ecosistema plastico, le cui sfaccettature dipendono dalla complessa interazione tra fattori di diversa natura.

Innanzitutto, fattori intrinseci all’individuo come la genetica, l’etnia, l’età e il sesso hanno dimostrato di giocare un ruolo importante nel definire l’assetto microbico che una persona ospita nel proprio intestino.

Tuttavia, gran parte della variabilità risulta essere influenzata da fattori estrinseci all’individuo, ovvero da ciò che gli esperti definiscono come “esposoma”. Abitudini alimentari, stile di vita e utilizzo di farmaci sembrano essere tra gli aspetti più rilevanti. La dieta, ad esempio, svolge un ruolo critico nel plasmare il microbiota intestinale: una dieta ricca di fibre può favorire la crescita di batteri benefici per la nostra salute; al contrario, una dieta povera di nutrienti può rendere più fragile la sua struttura.

Esercizio fisico regolare, il sufficiente sonno e la gestione dello stress sono altri fattori che sembrano contribuire a mantenere un microbiota intestinale sano e diversificato. Inoltre, l’uso di farmaci come gli antibiotici può avere un impatto significativo sulla composizione del nostro partner microbico, poiché eliminando sia patogeni che batteri commensali ne perturba l’equilibrio complessivo.

Insieme a molti altri, questi sono tutti fattori che contribuiscono a questa grande diversità. Sebbene, come già detto, non sia possibile delineare una struttura univoca associabile alla salute, ne sono stati identificati alcuni tratti tipici ai quali dovremmo puntare.

Legame tra microbiota intestinale e salute

Non è un mistero il forte legame che esiste tra lo stato del nostro partner intestinale e il nostro livello di benessere. Numerosi studi hanno osservato che i tratti tipici della disbiosi, come la ridotta biodiversità e l’aumentata abbondanza relativa di microrganismi potenzialmente opportunistici a scapito dei promotori di salute ricorrono in numerose condizioni patologiche, non solo gastrointestinali.

Obesità, diabete, sindrome metabolica, celiachia, malattie infiammatorie croniche intestinali, così come patologie cardiache, epatiche, autoimmuni, neurologiche e tumorali sono solo alcuni quadri nei quali i disequilibri nella struttura microbica intestinale sembrano essere coinvolti.

Trattandosi di patologie complesse non è però semplice definire l’impatto che queste alterazioni hanno sulla loro genesi, sebbene siano state mosse alcune ipotesi. In particolare, le perturbazioni dell’equilibrio microbico possono compromettere l’integrità della barriera intestinale, consentendo la traslocazione di batteri e tossine nel flusso sanguigno.

Alterazioni della permeabilità intestinale, come in questo caso, sono alla base di una risposta infiammatoria sistemica che può contribuire allo sviluppo di condizioni croniche. Al contrario, la ricchezza di batteri benefici come i produttori di acidi grassi a catena corta sembra promuovere la salute dell’ambiente intestinale e, di riflesso, dell’intero organismo svolgendo un ruolo chiave nel controllo dell’infiammazione e nel mantenimento dell’omeostasi metabolica.

Sembra emergere dunque che avere un ecosistema intestinale ben diversificato e ricco in termini di specie che favoriscono la corretta integrità e funzionalità intestinale può svolgere un ruolo protettivo contro una vasta gamma di malattie. Inoltre, comprendere meglio il coinvolgimento del microbiota nella patogenesi di questi quadri clinici potrebbe anche aprire la strada ad approcci terapeutici innovativi e personalizzati.

Concentriamoci ora però su alcuni accorgimenti che possono permetterci, in prima persona, di mantenere il nostro ecosistema intestinale in salute.

Come mantenere un microbiota intestinale sano

Come già detto, lo stato del nostro microbiota è determinato dall’interazione di una moltitudine di fattori. Se su alcuni di questi non abbiamo alcun margine di manovra, come ad esempio sul nostro patrimonio genetico o sulla nostra età (purtroppo), su altri possiamo fare molto.
Uno di questi fattori è sicuramente l’alimentazione. Il legame tra la nostra dieta e la salute del nostro microbiota intestinale è sempre più evidente grazie agli studi condotti negli ultimi anni. Adottare una dieta varia ed equilibrata è un aspetto di vitale importanza per favorire una sana comunità microbica intestinale.

Il nesso tra la salute del microbiota e ciò che mangiamo appare infatti evidente: attraverso l’alimentazione forniamo nutrimento non solo alle nostre cellule, ma anche a miliardi di microrganismi commensali. Fornire determinate sostanze rispetto che altre avrà quindi un effetto selettivo, influenzando il delicato equilibrio tra i microrganismi che popolano il nostro intestino.

Per fare un esempio pratico, un’alimentazione ricca di frutta, verdura, cereali integrali, legumi e alimenti fermentati può contribuire a mantenere un microbiota intestinale diversificato e in salute grazie alle componenti prebiotiche che sono in essi presenti. I prebiotici, tra cui troviamo le fibre alimentari, sono sostanze non digeribili dai nostri enzimi che arrivando intatte all’intestino diventano substrato per i batteri capaci di fermentarle.

Assumere una sufficiente quantità di prebiotici assicura una situazione di reciproco beneficio: favorisce selettivamente i microrganismi che promuovono la salute, limitando così lo sviluppo di quelli potenzialmente opportunistici, e come risultato della loro attività metabolica determina la produzione di sostanze che contribuiscono al nostro benessere, come gli acidi grassi a catena corta.

Come linea guida pratica, i livelli di assunzione di riferimento per la popolazione italiana (LARN) ci vengono incontro: assumere almeno 25 grammi di fibra alimentare al giorno favorisce il benessere del tratto gastrointestinale e delle comunità microbiche che lo popolano. In aggiunta a ciò, è importante considerare anche un’altra categoria alimentare che riveste grande interesse per il benessere intestinale: gli alimenti fermentati, tipicamente associati alle tradizioni culinarie orientali come il miso, il nattō e il kimchi.

Un recente studio condotto dai ricercatori della Stanford School of Medicine ha dimostrato che una dieta ricca di questi alimenti può incrementare la diversità del microbiota intestinale, portando a miglioramenti su diversi parametri di salute. Tuttavia, per coloro che non sono interessati a sperimentare cibi di diverse culture, esistono alternative più familiari come i crauti, lo yogurt e il kefir, che offrono gli stessi benefici.

Il segreto degli alimenti fermentati risiede nella presenza di microrganismi vivi e dei loro metaboliti, che contribuiscono alla promozione e al mantenimento di un ambiente intestinale sano e diversificato. Inutile aggiungere che limitare il consumo di cibi processati, grassi saturi e carboidrati raffinati è un’altra buona regola per raggiungere il nostro obiettivo.

Un altro aspetto su cui possiamo lavorare è il nostro livello di attività fisica. In effetti, sempre più ricercatori si stanno interessando alla potenziale interazione tra esercizio fisico e microbiota intestinale. Se da un lato sembra essere chiaro che un adeguato livello di attività fisica può favorire il normale funzionamento del tratto intestinale e la salute delle comunità che lo popolano, interessanti studi preclinici avanzano l’idea che il microbiota intestinale possa impattare sulla performance sportiva.

Alcune volte però, una sana alimentazione e un corretto stile di vita possono non essere sufficienti. In caso di forti perturbazioni dovute ad eventi come grandi cambiamenti di vita, infezioni del tratto gastrointestinale o terapie con antibiotici, il microbiota intestinale può cambiare la sua struttura perdendo la capacità di tornare spontaneamente allo stato di partenza. In queste situazioni, la supplementazione di probiotici sottoforma di integratori alimentari può essere la giusta chiave per promuovere l’equilibrio intestinale e per ridurre l’infiammazione.

Altre considerazioni importanti per mantenere un microbiota in salute possono essere evitare l’utilizzo eccessivo di farmaci e antibiotici attenendosi alle indicazioni del proprio medico curante, cercare di migliorare la qualità del sonno e di gestire le fonti di stress.

Conclusioni

In conclusione, il microbiota intestinale emerge come un attore protagonista nella promozione della salute e del benessere umano. Le sue molteplici funzioni, che vanno dalla regolazione della nutrizione e del metabolismo alla modulazione del sistema immunitario e neuroendocrino, dimostrano l’importanza di mantenere un equilibrio ottimale all’interno di questo delicato ecosistema microbico.

La ricerca suggerisce l’esistenza di un legame stretto tra uno squilibrio nel microbiota intestinale e una vasta gamma di condizioni mediche, da disturbi gastrointestinali a malattie sistemiche. Tuttavia, le buone notizie sono che possiamo influenzare positivamente la salute del nostro microbiota intestinale attraverso scelte di vita consapevoli, come una dieta equilibrata, lo svolgimento regolare di esercizio fisico, l’assunzione di probiotici e la gestione dello stress.

Investire nella cura del microbiota intestinale non solo può migliorare la nostra salute gastrointestinale, ma potrebbe anche aprire la strada a nuove strategie terapeutiche e preventive per una vasta gamma di condizioni mediche. In definitiva, dovremmo dare molta attenzione al nostro microbiota intestinale in quanto comprenderlo meglio potrebbe essere una chiave per una vita più sana e felice.

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